Il sushi è un insieme di piatti tipici della cucina nipponica a base di riso insaporito con il condimento base di aceto detto sushizu, insieme ad altri ingredienti come ad esempio il pesce crudo o cotto, i molluschi, i crostacei, le uova, le verdure, la carne e l’alga nori. Tradizionalmente il ripieno è crudo ed in alcune varianti più innovative lo si può trovare cotto e può essere servito in svariati modi (semplicemente appoggiato sul riso, inserito in una piccola o grande tasca di tofu, disposto in rotoli, arrotolato in una striscia di alga nori). In origine antica, il sushi, indicava un modo per conservare il pesce proprio per evitarne l’alterazione, il pesce fresco si avvolgeva nel riso fermentato. Il sushi è considerato come il piatto importante della cucina giapponese e per fare un paragone comprensibile per tutti è come dire pasta in Italia, cioè tutto e niente.
Etimologia
Il termine sushi significa “aspro”, in riferimento al sushizu che è il condimento utilizzato per il riso, nel quale il sapore dell’aceto, unito allo zucchero e al sale, risalta in modo particolare. Più semplicemente in Giappone la parola sushi significa nel vero senso della parola “riso condito con aceto” e si riferisce a diverse tipologie di cibi preparati con riso. Invece, al di fuori del Giappone è di frequente inteso come pesce crudo o come riferimento a un ristretto genere di cibi giapponesi nello specifico, come i vari maki o anche i nigiri e il sashimi che a differenza del sushi, che ha come ingrediente principale il riso, è composto di solo pesce fresco senza l’utilizzo del riso. La parola sushi viene trascritta con i kanji 寿司, che sono stati scelti per la loro pronuncia e non per il loro significato.
Storia
Il sushi non ha origini giapponesi. Qualcuno, leggendo un’affermazione del genere, è rimasto stupito. Ma è la verità. Il sushi, simbolo del Giappone e della sua tradizione culinaria, non sarebbe nato nel paese nipponico, bensì in Cina o addirittura in Corea. L’ipotesi più accreditata è che sia stato portato, nel VII secolo circa, dai monaci buddhisti tornati dalla Cina. Molti elementi della cultura giapponese, infatti, traggono le proprie origini da altre nazioni e culture. E questo non vale solo per il cibo. Basti pensare al bonsai, al tofu o al ramen, piatto cinese diventano nel corso della storia una tipicità del Sol Levante. Lo stesso discorso varrebbe per il sushi, importato in Giappone, modificato e adattato ai gusti della sua popolazione fino ad entrarne di diritto nella propria cultura ma anche nello stile di vita.
La prima forma di sushi giunse in Giappone dalla Cina circa duemila anni fa. L’aspetto che ha il sushi come oggi si è affermato all’incirca nel VIII secolo. Il pesce veniva salato e arrotolato nel riso fermentato. Il narezushi era fatto di pesce privato dei visceri, che veniva posto nel riso fermentato per alcuni mesi per poter essere conservato. La fermentazione del riso faceva sì che il pesce non andasse avariato. Quando poi bisognava consumare questo alimento, il riso veniva eliminato e si mangiava solo il pesce. Questo antico tipo di sushi divenne un’importante risorsa di proteine per la civiltà giapponese.
Periodo Muromachi
Durante il periodo Muromachi (1336-1573) il Namanare era il tipo di sushi più diffuso. In tale periodo si cominciò a non gettare più il riso fermentato ma a consumarlo col pesce in un piatto che prese il nome di Namanare. Questo piatto era composto da pesce crudo arrotolato nel riso, da consumarsi ancora fresco, prima che cambiasse sapore e consistenza. Questo nuovo modo di consumare pesce non era più dovuto alla conservazione, infatti da tecnica di conservazione, questa diventa una vera e propria ricetta apprezzata dai giapponesi, che ben presto iniziarono anche a prepararlo con aceto in aggiunta al riso bollito.
Epoca Edo
Durante l’epoca Edo (1603-1867), nome antico di Tokyo, il Giappone rimase quasi del tutto isolato dal mondo esterno. E contestualmente si consolidarono sempre di più quegli aspetti socio-culturali che ancora oggi caratterizzano il Giappone moderno. Nella capitale si diffuse nello stesso periodo l’haya-zushi, che letteralmente significa “sushi veloce”. Infatti, non si doveva più attendere che il riso inacidisse, ma lo si mescolava con aceto, pesce, uova, verdure e cibo essiccato. Era però ancora un lontano parente del sushi come oggi lo conosciamo in tutto il mondo, ciò nonostante è ancora oggi molto popolare.
XIX secolo
Nel XIX secolo, Tokyo era ancora conosciuta come Edo e le bancarelle gestite da ristoratori di strada cominciarono a prendere piede. Durante questo periodo fu introdotto il nigirizushi, che consisteva in un cumulo ben allungato di riso coperto da una fetta di pesce fresco. Il wasabi, pasta piccante di colore verde servita assieme al sushi, venne aggiunto per coprire eventuali sapori sgradevoli del pesce che in mancanza del ghiaccio non sempre riusciva ad essere propriamente fresco e di buon odore.
XX secolo
Nel 1923, dopo il Grande terremoto del Kanto che distrusse Tokyo, la capitale fu la meta di milioni di persone, che intervennero da tutto il Giappone per aiutare e ricostruire la città, fu così che il sushi iniziò a diventare popolare in tutto il Paese ed a espandersi.
Nel 1958, Yoshiaki Shiraishi rivoluzionò il modo di mangiare sushi introducendo il Kaiten-sushi, cioè il nastro trasportatore di sushi che ancora oggi si trova in tantissimi sushi bar. Ebbe l’idea durante una visita alla fabbrica di birra Asahi dove appunto le lattine della tipica birra giapponese erano trasportate da appositi nastri: mise così in atto la sua idea rivoluzionaria che subito fu accolta dal mercato, apprezzata e copiata in tutto il Giappone.
Nel 1980, il sushi sbarca in America: i locali più alla moda e in voga erano forniti della specialità del momento che fu subito apprezzata dagli yuppie, da personaggi di spicco e VIP dell’epoca.
Quello che oggi è internazionalmente conosciuto come “sushi” fu inventato da Hanaya Yohei nell’attuale Tokyo. Gli abitanti di Tokyo vivevano nella fretta anche agli anni inizi del XX secolo, e questo tipo di sushi utilizzava riso non fermentato e poteva essere mangiato con le mani e/o con le bacchette da sushi. Si trattava di una prima forma di fast food che poteva essere consumata dappertutto. Era proposto in banchetti coperti da un telo bianco che era usato generalmente per pulirsi le mani dopo aver finito di mangiare, quindi un telo molto sporco era sinonimo di tanta gente che mangiava lì, quindi un sushi di qualità!
Diffusione del sushi in Italia
Anche se in Italia il sushi ci ha messo tanto tempo a diffondersi, ora è apprezzato e gustato in tutta la penisola. Per gustarlo al meglio è consigliato stare alla larga da alcuni ristoratori che sono evidentemente rimasti indietro nella storia e mettono gli affari e il guadagno prima della qualità degli ingredienti e della soddisfazione del cliente, e non hanno alcun rispetto per le materie prime e per la preparazione di questo nobile piatto. Proprio per questo motivo il marchio TEXOLIQ mette a disposizione guide e kit per la preparazione del sushi di eccellente qualità, in modo che l’utilizzatore può scegliere in autonomia gli ingredienti ed avere la certezza della provenienza e della qualità degli ingredienti.
Ingredienti
Riso sushi
Il riso sushi (sushi-meshi / Sumeshi) è preparato con un riso di tipo bianco, dolce a grano corto, lavato e cotto seguendo una particolare preparazione e successivamente bagnato con aceto di riso nel quale sono disciolti sia zucchero che sale, quindi leggermente scaldato, ed infine kombu e sakè. Viene raffreddato alla temperatura ambiente prima di essere servito e/o mangiato.
Il riso usato è la qualità Japonica che ha una consistenza differente da quelle normalmente mangiate al di fuori dal Giappone. Il requisito essenziale è la buona coesione dei chicchi di riso. Se è troppo appiccicoso il gusto è eccessivamente dolciastro, ma se non lo è sufficientemente ha un gusto secco. Il riso raccolto di fresco (shinmai) contiene normalmente troppa acqua e richiede del tempo ulteriore per essere asciugato dopo esser stato lavato per bene.
Ci sono varianti regionali nel riso sushi e naturalmente i singoli cuochi o chef hanno metodi personali innovativi. La maggior parte delle varianti sono nel condimento di aceto: la versione di Tokyo usa tipicamente più sale, mentre quella di Osaka ha più zucchero. Nei ristoranti di cucina fusion sono utilizzati varietà di riso venere, selvatico o integrale.
Il riso sushi deve tipicamente essere mangiato poco dopo esser stato preparato, per preservarne la fragranza.
Alga nori
L’avvolgimento di tipo vegetale usato nel maki e nel temaki è l’alga nori, in Giappone comunemente nori. È un’alga commestibile tradizionalmente coltivata nei porti del Giappone. Inizialmente le piante erano raschiate dai pali del porto, pressate in fogli e seccate al sole, con un procedimento simile a quello usato per i fogli di carta. Il Nori deve essere tostato prima di essere usato nei cibi.
Oggi il prodotto commerciale viene coltivato, prodotto, tostato, impacchettato e venduto in fogli di dimensione rettangolare standard: circa 18 centimetri per 20 centimetri. L’alga nori di qualità migliore è spesso, liscia, luminosa e senza buchi.
Frittata
Per produrre il fukusazushi, è usata come avvolgimento una frittatina spessa come un foglio al posto dell’alga nori. La frittata è tradizionalmente preparata con una padella rettangolare (tradizionalmente chiamata makiyakinabe) e utilizzata per formare una tasca per il riso da sushi e il ripieno.
Ripieni e guarnizioni
Spesso il ripieno più adoperato è il pesce. Però non si può usare pesce fresco crudo, se non trattato in maniera preventiva con un abbattitore di temperatura. I pesci di acqua dolce sono tra quelli consumati cotti. I pesci comunemente usati sono tonno, salmone, snapper, sarde e sugarello. L’ingrediente considerato di miglior qualità è detto toro, un taglio grasso e marmorizzato della parte più grassa proprio del tonno, la ventresca. Il toro di ventresca di tonno rosso è il più pregiato ed è usato solo dai ristoranti da sushi più lussuosi ed esclusivi al Mondo.
Altri ingredienti marini sono: gamberetti, anguilla, polpo, uova di pesce, riccio di mare e varie tipologie di conchiglie. Altre tipologie di ingredienti vegetali spesso usati sono: avocado, cetrioli, tofu, prugne sottaceto, rafano e semi di soia fermentati. Infine, ingredienti utilizzati con meno frequenza sono: uova di quaglia, frittata sottile di uova, prosciutto e manzo.
Condimenti
Tra i condimenti spesso usati ci sono: salsa di soia, shiso, wasabi, zenzero e sake dolce.
Rischi per la salute
Se non si ha certezza della provenienza e della qualità degli ingredienti serviti nei ristoranti che servono sushi, i rischi per la salute a cui si va incontro sono molteplici. Proprio per questa ragione il marchio TEXOLIQ mette a disposizione guide tutorial e kit per la preparazione del sushi in casa, in modo da preparare il sushi con ingredienti di qualità scelti dall’utilizzatore.
Le principali sostanze dannose sono le tossine e le parassitosi.
Tossine
Alcune forme di sushi, specialmente quelle contenenti certi tipi di molluschi e il pesce palla fugu possono causare avvelenamento da tossine nel caso la preparazione non sia adeguata ed eseguita a dovere. In particolare proprio il pesce palla fugu possiede una dose letale di tetrodotossina, all’interno dei propri organi.
Parassitosi
Le parassitosi da pesce crudo includono principalmente tre tipologie di parassiti:
- cestode responsabile della difillobotriasi, chiamato botriocefalo o diphyllobothrium;
- trematode responsabile della clonorchiasi, chiamato clonorchis sinensis;
- nematode responsabile dell’anisakiasi, chiamato anisakis.
Le infezioni si possono prevenire attraverso la cottura o congelamento del pesce a determinate temperature per un’adeguata quantità di tempo; la salatura, la marinatura, e l’affumicatura possono in alcuni casi ridurne il rischio, tuttavia non lo eliminano totalmente.
Tipi di sushi
La varietà del piatto nasce dalla scelta dei ripieni e delle guarnizioni, nella scelta degli altri condimenti e nella maniera in cui sono combinati tra di loro. Gli stessi ingredienti possono essere assemblati in maniere completamente differenti per ottenere effetti differenti. TEXOLIQ offre tutti gli strumenti per una preparazione a regola d’arte del sushi.
Questa sezione elenca i diversi metodi di preparare il sushi, indipendentemente dal tipo di ripieni e guarnizioni che si scelgono.
Makizushi
Il Makizushi (巻き寿司), detto anche “sushi arrotolato” o più comunemente maki, è un cilindro di riso e ripieno formato con l’aiuto del tappeto di bambù TEXOLIQ detto makisu oppure con il bazooka per sushi TEXOLIQ. Il Makizushi è il tipo di sushi più familiare alla maggior parte degli occidentali. Di solito è avvolto in un foglio di alga nori, che racchiude il riso ed il ripieno. In base alla forma, alla struttura ed al ripieno prende il nome di:
- Hosomaki (細巻き), detti anche “rotoli sottili”. Sono dei cilindri di riso, con l’alga nori all’esterno, e tipicamente alti due centimetri e larghi due. Ha solo un tipo di ripieno come il salmone, ma può contenere anche il tonno oppure l’avocado.
- Futomaki (太巻き) detti anche “rotoli larghi”. Sono dei cilindri di riso, con l’alga nori all’esterno, e tipicamente alti due o tre centimetri e larghi quattro o cinque centimetri. È spesso fatta con due o tre ripieni scelti in modo da completarsi tra di loro in gusto e colore.
- Uramaki (裏巻き) detti anche “rotoli interno-esterno”. Sono dei cilindri di riso, con l’alga nori all’interno, di dimensioni medie e con due o più ripieni. Il ripieno è al centro ed è circondato da un foglio di alga nori, quindi uno strato di riso e una guarnizione esterna di un altro ingrediente, come uova di pesce o semi di sesamo tostati bianchi e neri.
- Temaki (手巻き) detti anche “rotoli mano”. Una polpetta di riso a forma di cono, con l’alga nori all’esterno e gli ingredienti che sporgono dall’estremità larga. Di maggiori dimensioni, tradizionalmente lungo dieci centimetri, va mangiato a morsi tenendolo direttamente con le dita, perché sarebbe troppo difficile da sollevare con le bacchette.
Nigirizushi
Il Nigirizushi (握り寿司), detto anche “sushi modellato a mano”, consiste in una piccola polpettina di riso pressata a mano, spesso con una piccolissima quantità di wasabi, con una fettina sottile di guarnizione sopra (solitamente salmone, tonno o gambero). Difficile da preparare se non si ha molta manualità, è anche possibilmente legata con una striscia sottile di alga nori per tenere compatti riso con guarnizione.
Tra i nigirizushi ci sono:
- Gunkanzushi (軍艦寿司) detto anche “sushi nave da battaglia”. Una polpettina di riso di forma ovale allungata, circondata da una striscia di alga nori, con degli ingredienti, come uova di pesce, impilati sopra.
Chirashizushi
Il Chirashizushi (散らし寿司), detto anche “sushi sparpagliato”, è una ciotola di riso sushi con gli altri ingredienti tutti mischiati. Spesso chiamato anche barazushi.
Tra i chirashizushi ci sono:
- Gomokuzushi (五目寿司) detto anche “sushi nello stile del Kansai”. Ha gli ingredienti cotti e/o crudi miscelati insieme al riso sushi nella ciotola.
- Edomae chirashizushi (江戸前散らし寿司) detto anche “sushi sparpagliato allo stile di Edo”. Ha gli ingredienti solamente crudi e miscelati con arte sopra al riso sushi in una ciotola.
Oshizushi
Oshizushi (押し寿司), detto anche “sushi pressato”, è un blocco formato usando una forma di legno detta tipicamente oshizushihako. Lo chef o il cuoco allinea il fondo dell’oshibako con la guarnizione e il ripieno del sushi, lo copre con riso sushi e preme il coperchio della forma per creare un blocco unico compatto e rettangolare. Il blocco appena creato sarà rimosso dalla forma e tagliato in pezzi delle dimensioni di un boccone da sushi.
Inarizushi
Inarizushi (稲荷寿司), detto anche “sushi ripieno”, è una piccola tasca oppure cavità riempita con del riso sushi e altri ingredienti a scelta dello chef. La tasca può essere ricavata da una sottile frittata, da un pezzo di tofu fritto o da foglie di cavolo. In giro si possono trovare inarizushi a forma di orecchie di volpe o confezionati in scatole che le ritraggono.
Funazushi
Il Funazushi (鮒寿司) comporta la fermentazione lattica anaerobica di un pesce solitamente d’acqua dolce, funa. È un piatto regionale della Prefettura di Shiga ed è considerato una vera e propria “chinmi”, una prelibatezza della cucina giapponese. Molto probabilmente è un antico antenato del sushi che tutti noi conosciamo. L’ideologia da cui esso nasce è il narezushi nato in Cina, e importato in Giappone intorno all’anno 1000, poi diventato una tecnica di conservazione usata nei pressi dei laghi, per approvvigionamenti di pesce durante i freddi inverni e le stagioni più fredde.
Narezushi
Il Narezushi (なれ鮨) è una forma più antica di sushi e rappresenta un’ideologia di sushi basata sulla conservazione del pesce utilizzando sale e riso per prolungare la vita dell’alimento stesso. Per prima si rimuovono gli organi interni e le squame dai pesci, successivamente li si riempiono di sale, poi si mettono in un barile di legno, miscelati con sale e pressati con un pesante tsukemonoishi o una pietra. Vengono lasciati fermentare per un periodo compreso in un range che va dai dieci giorni a un mese, quindi rimossi e immersi in acqua per un tempo da quindici minuti a un’ora. Infine vengono piazzati in un altro barile a strati con riso bollito freddo e pesce. Ancora una volta vengono sigillati con un’otosibuta e una pickling stone. Con il passare dei giorni l’acqua fermentata filtra all’esterno e viene rimossa. Dopo sei mesi questi narezushi sono pronti per essere gustati.
Sushi attrezzi
Provare a fare il sushi in casa è divertente, dà molta soddisfazione personale, permette di risparmiare risorse e soprattutto di inserire nei vari rotoli di sushi gli ingredienti preferiti e di prima qualità, dando libero sfogo alla fantasia. Si può rimanere fedelissimi all’originale, oppure variare con prodotti di proprio gusto. Magari azzardando una versione fusion innovativa. Tutti gli attrezzi per preparare del buon sushi sono messi a disposizione dal marchio sinonimo di qualità TEXOLIQ.
Makisu
Il makisu è una stuoia formata da legni di bambù legati assieme da fili di cotone, usata nella preparazione del cibo utilizzando le tecniche tradizionali. Solitamente il makisu ha una dimensione standard di 24×24 cm. Si consiglia vivamente di coprire il tappetino con della pellicola trasparente per evitare che i chicchi di riso si incastrino tra i bastoncini di bambù. Proteggere il tappetino con una pellicola, rende anche la pulizia molto più facile!
Cucchiaio sushi
Il cucchiaio per sushi è utilizzato per servire e preparare il riso da sushi. Per un corretto utilizzo bisogna immergere il cucchiaio di bambù TEXOLIQ in acqua fredda prima dell’uso, per evitare che il riso si attacchi. Il cucchiaio è prodotto al 100% di bambù naturale.
Spatola sushi
Il riso per sushi è molto appiccicoso, infatti grazie alle spatole di bambù TEXOLIQ si riesce a spalmare il riso in maniera uniforme e compatta senza dover usare le mani. Le spatole sono realizzate al 100% di bambù naturale.
Bazooka sushi
Il bazooka da sushi TEXOLIQ è un geniale strumento che risolve i più grandi problemi della preparazione del sushi. Se si ha sempre sognato di preparare il sushi a casa ma si rinuncia perché si pensa che è troppo complicato, in tal caso il bazooka TEXOLIQ risolve il problema definitivamente. Si ci può avvicinare alla cucina giapponese in modo soft, se poi il risultato è soddisfacente si ci può cimentare in preparazioni più complesse, magari seguendo il metodo tradizionale. Il bazooka TEXOLIQ è realizzato in materiale durevole di prima qualità, conforme a tutti gli standard europei ed è anche lavabile in lavastoviglie.
Coltello sushi
Il coltello è fondamentale per preparare il sushi. Tagliare il pesce, le verdure, la frutta, sfilettare ed infine tagliare il roll appena creato. Il coltello da sushi TEXOLIQ è pensato proprio per compiere tutte queste operazioni al meglio. Il manico ha un’impugnatura comoda, che permette di tagliare a diversi gradi di angolazione. La lama traforata consente sempre un taglio netto e preciso, senza rovinare gli ingredienti.
Fodero del coltello sushi
Il coltello senza alcun fodero a protezione della lama non è facilmente trasportabile in piena sicurezza. Per questo TEXOLIQ fornisce anche il fodero del coltello. Le principali funzioni del fodero sono: il trasporto del coltello in sicurezza, la protezione del filo della lama e la protezione da danni causati da una caduta accidentale del coltello.
Bacchette sushi
Le bacchette da sushi TEXOLIQ sono realizzate in pregiato bambù ed hanno bordi intagliati intorno alle punte per aiutare ad afferrare meglio le porzioni di Sushi. Tradizionalmente sono utilizzate come posate. Puoi usare le bacchette per gustare i tuoi rotoli di sushi. È accettabile nella cultura giapponese l’utilizzo delle dita, quando si mangia il sushi!
Sushi bar
I sushi bar servono esclusivamente sushi e sashimi, quindi, se non si è amanti del pesce crudo, sono da evitare perché non si avranno alternative come, invece, accade nei classici ristoranti giapponesi. Anche il modo di consumare il pasto è diverso. Nei sushi bar spesso ci si siede davanti ad un bancone sul qual scorre un nastro trasportatore. Sul nastro trasportatore ci sono dei piattini contenenti diversi tipi di sushi, caratterizzati da colori e consistenze differenti. Il colore del piatto indica il prezzo del sushi in esso contenuto.
Rispetto ai ristoranti, i sushi bar sono più economici poiché in base al colore dei piatti scelti, si può decidere l’importo finale del conto. Vi sono principalmente due tipi diversi di sushi bar: quelli in cui si ha un classico menu con il quale ordinare di volta in volta le portate che vengono preparate al momento dallo chef o dal cuoco incaricato. Poi vi sono i kaiten-zushi, dove su un nastro trasportatore passano tutti i piatti già preparati pochi minuti prima e si possono prendere direttamente senza chiedere permesso allo chef. In molti kaiten-zushi il costo è identico per ogni piattino, mentre in altri, soprattutto quelli situati fuori dal Giappone, il colore del piattino indica il relativo costo come spiegato precedentemente.
Maestro di sushi in Giappone
Quella di maestro di sushi è una professione molto difficile da intraprendere e svolgere in Giappone che richiede anni di apprendimento e sacrificio a lungo termine.
Durante i primi due o tre anni gli apprendisti non possono far altro che lavare i piatti, pulire il pavimento ed osservare il proprio Shokunin mentre svolge il suo lavoro, questi primi anni sono considerati come introduzione alla difficile arte del maestro di sushi.
In seguito il futuro sushi chef potrà imparare la tecnica di cottura del riso e solo dopo quattro anni potrà imparare l’arte del taglio del pesce e la composizione dei piatti di sushi. L’ultima tappa, la più difficile sarà imparare a scegliere il pesce migliore al mercato, cosa che richiede molta esperienza e conoscenza della materia prima.
Quello dello chef di sushi è un mestiere che alle origini era inibito alle persone di sesso femminile, infatti si riteneva infatti che le mani femminili avessero una temperatura più alta di quelle maschili, e di conseguenza potessero rovinare il pesce durante la manipolazione e la preparazione dei piatti. Questa falsa credenza con il passare del tempo è stata sfatata, ed anche se ancora oggi è molto difficile trovare delle maestre di sushi, le cose stanno lentamente cambiando e fortunatamente specialmente fuori dal Giappone si iniziano a vedere le prime donne che praticano questa particolare professione.
Ekiben
Gli abitanti del Giappone hanno escogitato un piatto comodo, veloce e sfizioso da consumare in treno o più in generale mentre si è in viaggio: l’ekiben. È un piatto pronto che solitamente include al suo interno riso o noodles, verdure, carne o pesce. Si tratta di uno dei piatti sushi tipici giapponesi più conosciuto, è ideale per chi viaggia e ha voglia di scoprire cibi nuovi tipici della regione che si sta visitando in quel momento.
Significato
Il termine “ekiben” è costituito dall’unione di eki ovvero “stazione” e bento, il tradizionale porta-pasti giapponese. Si intuisce bene come i luoghi deputati all’acquisto di questo pasto siano proprio le stazioni, che ospitano chioschetti o carretti adibiti alla vendita di ekiben, ma spesso anche gli stessi treni (soprattutto i treni a lunga percorrenza) servono a bordo questo sfizioso pasto. Infatti, quella degli ekiben è una consuetudine nata verso la fine dello scorso secolo, proprio con il progressivo aumentare dei lunghi tragitti percorsi dai treni. La stazione di Tokyo è il luogo perfetto in cui apprezzare la più grande varietà di questa pietanza: si possono trovare più di 230 tipologie di ekiben.
Quanto costa
L’ekiben è un vero e proprio riflesso della cucina giapponese tradizionale in tutte le sue sfaccettature, e permette di degustare comodamente le pietanze locali ad un prezzo molto conveniente, infatti i prezzi degli ekiben sono molto ragionevoli e concorrenziali: una piccola confezione, adatta ad uno spuntino, costa intorno ai 300-350 yen, mentre per un pasto completo il costo oscilla fra i 700 e i 1500 yen. Esistono, però, anche varietà molto elaborate e più costose, che arrivano a costare più di 3500 yen (circa 26 euro). Un altro lato positivo di questa pietanza, è che sono semplici pasti commercializzati spesso per i turisti, ma costituiscono ciò che realmente i giapponesi mangiano nella vita di tutti i giorni.