Cucina giapponese

cucina giapponese

La cucina giapponese è una delle principali espressioni dell’arte culinaria sviluppata nel Paese nipponico. La cucina tradizionale è anche chiamata in lingua giapponese nihon-ryōri o washoku per identificare proprio la cucina precedente al periodo Meiji, in forte contrasto alla cucina yōshoku (cioè “cucina occidentale”) diffusasi nella nazione del Giappone in seguito all’abolizione del periodo del “Paese chiuso” (sakoku) conseguente alla restaurazione Meiji. Durante quest’ultimo periodo, numerose pietanze di origine occidentale furono importate e adattate ai gusti locali. Il Giappone ha storicamente contribuito a modellare la vita attraverso le conquiste tecnologiche ma fino a poco tempo fa sembrava non riuscisse a fare breccia nella tradizione culinaria occidentale. Ora la situazione è cambiata parecchio, e sono diffusissimi ed apprezzati i sushibar e ristoranti giapponesi in terra occidentale.

Contrariamente a ciò che in molti paradossalmente possono pensare, nel lontano Giappone non si mangia quotidianamente sushi, il cibo in Giappone non è mai solo una semplice pietanza, ma è legato alla storia, alla stagionalità e a una fortissima componente estetica del piatto.

Oggi saranno descritte una ad una alcune delle specialità della cucina giapponese, anche meno conosciute in Occidente.

Indice

Ingredienti e piatti principali

Uno degli ingredienti principali della cucina giapponese è il riso (sempre di prima scelta e rigorosamente freschissimo), ma sono diffusi anche pesce, verdure, pasta e legumi, conditi solitamente con le differenti salse e spezie di tradizione locale. La carne in passato era del tutto assente dalla cucina tradizionale giapponese, ma presente in alcuni piatti di origine straniera. I piatti più conosciuti sono: sushi, tofu, tempura, zuppa di miso, wonton soup, ramen, udon, onigiri, gyoza, soba, curry rice, yakisoba, sashimi, yakitori, natto, oden, tamagoyaki, donburi, sukiyaki, tonkatsu, nikuman, ganmodoki, kaisen-don, unagi, mentaiko, nikujaga, cucina kaiseki, okonomiyaki, chawanmushi, edamame, shabu shabu, takoyaki e yakiniku. Tra le bevande sono diffuse il sakè e il tè verde ed esiste una buona varietà di dolci, tra cui: dorayaki, mochi, taiyaki, wagashi, konpeito, melon pan, daigakuimo e kasutera.

La netta differenza con la cucina occidentale è che non esiste il concetto di primo piatto, secondo piatto, contorno, frutta e dolce. Infatti, di solito in tavola vengono portati contemporaneamente tutti i cibi che compongono il pasto, che vengono consumati senza ordine prestabilito e a discrezione del commensale. Molti piatti sono conviviali, e nelle abitazioni sono cotti con un fornello portatile direttamente in tavola e i commensali a volte si servono direttamente dalla pentola. Si fa un largo uso della tecnica della frittura in diversi modi, la cui “pesantezza” è bilanciata da una grande quantità di verdure presenti.

Cucina giapponese con TEXOLIQ

La cucina giapponese è considerata una delle più sane, complete ed equilibrate, sia in Oriente sia in Occidente ma senza la conoscenza delle ricette e gli strumenti adatti alla preparazione, risulta impossibile da replicare a casa propria.

Gli strumenti per preparare la cucina giapponese, che dal dicembre 2013 è anche fra i patrimoni orali e immateriali dell’umanità dell’UNESCO, non sono sempre facili da reperire con una qualità elevata. Affidarsi al kit di preparazione TEXOLIQ risulta la scelta migliore per approcciarsi alla cucina giapponese.

Sono anni ormai che la cucina nipponica è entrata a far parte anche nelle abitudini occidentali: pranzi e cene a base di maki, temaki, uramaki, gunkan, hosomaki, oshizushi e sushi green saziano gli appetiti sempre più spesso. Ma cosa si sa realmente della cultura culinaria giapponese?

Cucina giapponese storia

La cucina giapponese come è conosciuta oggi nasce da una lunga storia. L’arcipelago giapponese è composto da molte isole che si estendono per oltre 3.650 chilometri. Questa caratteristica geografica ha determinato che la cucina giapponese varia molto da nord a sud, dando origine a una moltitudine di stili di cucina giapponese, ovviamente ciascuno stile è tipico della propria zona di origine. Nondimeno queste tipologie di cucina giapponese sono state via via segnate da cambiamenti dovuti alle innovazioni di civiltà straniere che hanno portano diverse tecniche di cottura e nuovi ingredienti.

Nel periodo Jōmon (detto anche periodo preistorico), i primi insediamenti giapponesi risalenti all’età della pietra basavano tutta la loro alimentazione sui frutti di mare e sul riso. Nel periodo Kofun (che va dal III al VII secolo) regna il caos totale; infatti da un lato, con la diffusione della religione buddista, venne introdotta l’inibizione di consumo della carne (questo perché il buddhismo zen è basato sulla valorizzazione e sul rispetto di qualsiasi forma di vita, e ciò determinò l’assunzione di uno stile di vita prettamente vegetariano) fino alla Restaurazione Meiji, e dall’altro alcune fonti suggeriscono un quadro di abitudini alimentari ben definito solo a partire dal momento della formazione della dinastia Yamato e quindi non si hanno molte certezze a riguardo.

Durante il periodo Heian (che va dal 794 al 1182), le fonti sulla cucina giapponese e sull’alimentazione dei giapponesi divennero sempre più cospicue. Con l’avvento del periodo Edo (che va dal 1603 al 1868), vennero introdotto un numero rilevante di varietà di cibi e specialità della cucina giapponese. Durante il periodo Meiji (che va dal 1868 al 1912) si aggiungeranno diverse specialità di origine straniera che andranno ad arricchire ulteriormente la lista di piatti della cucina giapponese.

Periodo del dopoguerra

Dopo la seconda guerra mondiale, il Giappone è diventato sede di una vasta diffusione della cultura del fast-food. Nel corso degli anni ’50 circa, il ristorante di Tokyo Yoshinoya si è diffuso su scala nazionale sfruttando una catena di ristoranti diffusi su tutto il Paese, di ovvia derivazione americana, ma continuando a servire pietanze tradizionali della cucina giapponese. Hanno cominciato a prendere piede pure in Giappone le grandi catene americane della ristorazione rapida come le note McDonald’s e Burger King, su imitazione delle quali sono nate in seguito catene di ristoranti giapponesi come MOS Burger e Freshness Burger, che offrono ai clienti varie combinazioni di prodotti tipici della cucina giapponese e di cibo americano.

storia della cucina giapponese

Cucina giapponese tradizionale

In aggiunta alla lista dei piatti della cucina giapponese utilizzata dalle famiglie giapponesi moderne, ci sono diversi tipi di cucina giapponese raffinata e tradizionale. Questi tipi di cucina giapponese tradizionale fanno parte dell’alta cucina giapponese, e sono:

  • la cucina giapponese yusoku è la cucina celebrativa della nobiltà giapponese, si diffusa nel periodo che va dal 794 al 1185, noto come periodo Heian. La cucina giapponese yusoku è praticata tutt’oggi nella prefettura di Kyoto che si trova nella regione di Kinki, sull’isola di Honshū.
  • La cucina giapponese honzen è considerata la cucina formale del periodo Edo e si è diffusa soprattutto tra i samurai durante il periodo Muromachi (che va dal 1336 al 1573). Successivamente è entrata in disuso dal periodo Meiji in poi. Ad oggi è possibile trovarla, col nome di cucina giapponese sawachi, nella prefettura di Kōchi, sull’isola di Shikoku.
  • La cucina giapponese cha kaiseki è la cucina utilizzata durante le cerimonie del tè e si è diffusa soprattutto tra gli artigiani, i mercanti e gli artisti. Questa tipologia di cucina è il tipo di cucina giapponese tipica più comune.

La stragrande maggioranza di questi tipi di cucina giapponese seguivano il principio dell’ichijū sansai (che è una zuppa con tre altre pietanze) fino al periodo Edo, ma adesso sono composte da più di una decina di piatti diversi. Vi è anche una cucina giapponese vegetariana originariamente nota con il nome di cucina giapponese shojin, in seguito all’imposizione del vegetarianismo della religione buddhista zen. In Giappone sono anche presenti una miriade di cucine tradizionali locali. Oltre a ciò, esistono moltissime specialità di tipo locale come le chinmi, che sono cucine locali dal gusto delicato, che includono tra i propri piatti pietanze a base di riso, di pesce e frutti di mare pescati sul posto e preparate secondo le ricette indigene.

Principali tradizioni

Nella cucina giapponese tradizionale molti piatti, dolci tipici e bevande sono prettamente legati alle feste del luogo, alcuni esempi sono: lo zōni, che non è altro che una zuppa di riso con i mochi ed è tradizionale del periodo di Capodanno; i piatti della cucina osechi, anch’essi legati alle tradizioni della cucina giapponese nei festeggiamenti per il nuovo anno che verrà, serviti su un particolare contenitore laccato chiamato jūbako; e infine l’usanza di mangiare del pollo durante il periodo natalizio.

Nella cucina giapponese tradizionale, durante il periodo della “festa delle sette erbe” che si svolge il 7 gennaio (in Giappone è il giorno di jinjitsu), è tradizione consumare una zuppa di riso condita alle sette erbe che prende il nome di nanakusa-gayu; invece durante il periodo del Setsubun si mangia l’ehomaki (un involtino a base di riso che deve essere inghiottito in un solo boccone); e ancora, durante il peiodo Kagami Biraki è usanza mangiare il kagami mochi. Passando alle bevande, si ha che l’amazake e l’amacha vengono bevuti rispettivamente durante i periodi del Hinamatsuri e dell’Hana matsuri. Infine, i dolci kashiwa-mochi e chimaki sono tipici della “festa dei bambini”, mentre la chitose ame (dette anche “caramella dei mille anni”) è un dolce che si degusta durante il periodo Shichi Go San.

cucina giapponese tradizionale

Cucina giapponese pasti

Nella cucina giapponese i pasti principali sono tre:

  • la colazione, la quale può essere sia di tipo tradizionale e sia di tipo occidentale;
  • il pranzo, il quale viene spesso consumato rapidamente sul posto di lavoro oppure a scuola, ed è solitamente composto da pasti della cucina giapponese preconfezionati o preparati precedentemente in casa e trasportati nelle scatole apposite per il cibo (in Giappone hanno il nome di bentō);
  • la cena, più rispettosa della tradizione giapponese. È consuetudine consumarla in piccoli ristoranti, sushibar o nelle yatai che sono le tipiche bancarelle in strada.

Oltre ai tre principali pasti, c’è lo spuntino pomeridiano più comunemente oyatsu. È composto da una bevanda non alcolica che può essere calda o fredda e da stuzzichini detti o-kashi che possono essere dolci, salati, industriali o artigianali. Questa usanza della cucina giapponese risale a poco prima del periodo Edo.

Colazione

Come accennato, la colazione giapponese è generalmente di due tipologie: tradizionale oppure occidentale.

La colazione tradizionale giapponese può essere paragonata, per via dei suoi valori nutrizionali, ad un vero proprio pranzo. Oltre al riso può comprendere zuppa di miso, tofu, sottaceti quali ravanelli o prugne e pesce, sia crudo che affumicato. Spesso si sbatte un uovo sopra il riso con l’aggiunta di salsa di soia per dargli un caratteristico colore oro, mentre l’alga nori è utilizzata per avvolgere il riso e mangiarlo.

La colazione occidentale consiste nel mangiare fiocchi di mais e bere latte, cioccolata calda o succo di frutta. Si mangiano solitamente delle fette di pane tostato con burro e marmellata, uova o verdure tritate, accompagnate da caffè e succo d’arancia. Questa colazione è più diffusa nelle famiglie composte da giovani coppie. Spesso la colazione occidentale è preferita a quella tradizionale in quanto necessita di meno tempo per essere preparata, diminuendo il tempo di durata del pasto.

Questa forte distinzione tra colazione tradizionale e colazione occidentale si nota tra alberghi tradizionali giapponesi che servono esclusivamente la colazione tradizionale. Invece, gli hotel in stile occidentale e i ristoranti offrono invece ai clienti la scelta tra i due tipi di colazioni diffuse in Giappone.

Pranzo

Il pranzo in Giappone è molto più leggero rispetto alla cena e cambia radicalmente da persona a persona a seconda degli impegni quotidiani (come il lavoro o la scuola). Di solito, per chi resta a casa è generalmente composto da un piatto tradizionale della cucina giapponese, mentre chi lavora spesso ricorre a piatti preconfezionati (come ad esempio onigiri o bentō) oppure si reca nei sushibar presso il luogo di lavoro. Un ristorante giapponese a mezzogiorno offre quasi sempre alcuni menù a prezzo fisso che prendono il nome di ranchi-setto.

Il tradizionale bentō è un pasto da asporto diffuso specialmente tra gli adolescenti, composto da riso, pesce e/o carne e verdure in salamoia o cotte. Viene preparato in casa per poi trasportarlo o si acquista nelle bancarelle in strada, nei sushibar, nei ristoranti, nei supermercati o negli store appositi. Il bentō comprato nelle stazioni ferroviarie prende il nome di ekiben, e varia in base alla stazione. Come da tradizione della cucina giapponese, i cibi che compongono il bento sono disposti in modo da creare un insieme esteticamente gradevole e piacevole. I giapponesi lo chiamano spesso obentō, con l’aggiunta del prefisso onorifico o. Le origini del bentō vengono fatte coincidere al periodo Heian (che va dal 794 al 1182), quando vennero preparati i primi onigiri.

Cena

Nella cucina giapponese il pasto principale è la cena, infatti tra tutti è il pasto più rispettoso della tradizione nipponica, durante il quale tutti membri della famiglia mangiano assieme. Il menu tipico segue la filosofia di “una zuppa e tre piatti”, in cui la portata principale è composta da riso o da una zuppa, più tre piatti di contorno che formano il contorno. Questi ultimi, in Giappone, sono chiamati okazu e sono generalmente serviti in piccole quantità. La cucina giapponese presta particolare attenzione alla varietà dei gusti, dei colori e delle forme di preparazione, scegliendo i contorni più adatti tra le seguenti categorie:

  • namamono, cioè qualcosa di crudo (spesso strisce di sashimi o verdura);
  • agemono, cioè qualcosa di fritto (solitamente tempura);
  • mushimono, cioè qualcosa al vapore;
  • nimono, cioè qualcosa di bollito;
  • tsukemono, cioè qualcosa in salamoia;
  • yakimono, cioè qualcosa alla griglia;
  • sumono, cioè qualcosa con aceto.
pasti della cucina giapponese

Cucina giapponese tecniche culinarie tradizionali

I piatti della cucina giapponese solitamente sono classificati in base alla tecnica di cottura in cui gli ingredienti sono cucinati. Questa classificazione è importante quando un pasto fa parte di una particolare tipologia di cucina (le suddette cucine kaiseki, honzen o shojin per fare un esempio). In questi pasti, ogni piatto della cucina giapponese possiede una posizione specifica secondo un ordine preimpostato, e questa particolarità è rispettata fino a quando i pasti sono serviti in tavola.

La scelta degli ingredienti è spesso a discrezione del sushi chef (le cui scelte sono prevalentemente dettate dalla stagionalità degli ingredienti), ma il tipo di tecnica di cottura da utilizzare per la preparazione è imposto dal tipo di tradizione che si intende seguire per quel determinato piatto. I nomi dei piatti contengono spesso il nome della tecnica utilizzata (ad esempio yakitori, dove il prefisso yaki indica qualcosa di grigliato o alla piastra); ai piatti di contorno, invece è aggiunto il suffisso mono (come ad esempio yakimono).

Il sapore del glutammato detto umami, identificato come uno dei cinque gusti fondamentali nel 1908 dal chimico Kikunae Ikeda, è quasi sempre presente nella cucina giapponese. Si trova negli stufati, zuppe e piatti cucinati in pentola spesso accompagnati da un brodo su salsa di soia, oltre a essere utilizzato per la cottura di altri piatti principali quali pesce, crostacei e funghi.

Tecniche di taglio e di sminuzzamento

Nella cucina giapponese, il taglio e lo sminuzzamento del cibo riveste un ruolo di fondamentale importanza, e va fatto in modo che il singolo boccone sia facilmente afferrabile con le bacchette. Per questa ragione nel kit sushi TEXOLIQ è presente il coltello utile a tutte le tecniche e procedure di taglio tipiche della cucina giapponese.

Esistono numerose tecniche di taglio, tra cui: arare-giri (cioè a dadini), hangetsu-giri (cioè a mezzelune), sainome-giri (che è un altro tipo di sminuzzamento a dadi), sasagaki (cioè a trucioli), sen-giri (cioè a strisce), tanzaku-giri (cioè a bastoncini), wa-giri (cioè a rondelle) e ancora hyōshigi quest’ultima riservata ai legumi, a cui è data una forma rettangolare oppure squadrata.

Ci sono diverse tecniche di decorazioni utilizzate per rendere gli ingredienti simili tra di loro, per esempio, a dei fiori e vengono adoperate soprattutto dalle madri giapponesi per la decorazione dei bentō dei propri figli, componendo dei personaggi con il cibo, i quali vengono chiamati kyaraben (dalle parole personaggio e bentō).

Un’altra arte tradizionale di intaglio della frutta è detta mukimono. In pratica consiste nel ricavare da frutta o verdura quale ravanello giapponese, carote e melanzane, figure tradizionali della cultura giapponese quali ventagli o i tipici fiori.

tecniche culinarie tradizionali della cucina giapponese

Cucina giapponese ed estetica dei piatti

Se si vuole realizzare una cena in pieno stile Giapponese, allora bisogna sapere che secondo la cultura nipponica il pasto assume un valore molto importante, che va al di là del semplice bisogno nutritivo.

Per questo motivo, il cibo deve essere innanzitutto bello a vedersi, anche prima che esso sia cucinato. Moritsuke è la parola che indica l’arte giapponese di impiattare e che tiene conto di un’attenzione maniacale al colore, alla forma e allo spazio.

Già dalla preparazione dei piatti della cucina giapponese si deve tenere a mente che l’estetica gioca un ruolo di fondamentale importanza. Le fette dovranno essere tagliate in modo regolare, le guarnizioni dovranno avere i colori giusti, le stoviglie dovranno essere adeguate al piatto che verrà presentato. O ancora, i piatti non dovranno essere riempiti fino all’orlo, ma lasciare almeno un terzo vuoto per creare uno stimolo che dall’occhio arriva fino al palato, facendo venire la voglia di riempire il vuoto con il pieno.

Piatto, cibo e utensili, in totale armonia cromatica tra di loro, dovranno costituire una vera e propria opera d’arte. Il kit TEXOLIQ fornisce tutto il necessario per ricavare un risultato eccellente.

Questa filosofia trova la sua massima espressione negli osechi ryori preparati per il Capodanno. Si tratta di una serie di pietanze e contorni disposti in piccoli piatti, molto colorati e scenografici. Solitamente sono conservati in jubako, dei raffinati contenitori di legno laccato che ricordano molto le scatole per il bentō.

estetica dei piatti della cucina giapponese

Cucina giapponese sushi

Nella cucina giapponese il sushi non ha bisogno di nessuna presentazioni. È proprio per questo motivo che è uno dei primi piatti giapponesi che viene alla mente quando si pensa alla cucina nipponica. Paradossalmente il sushi in Giappone non è in realtà un piatto quotidiano, ma un qualcosa da mangiare durante le celebrazioni e/o le festività. In ogni caso questo è un piatto che chiunque dovrebbe assaggiare almeno una volta nella vita.

kit sushi cucina giapponese

Ci sono vari tipologie di sushi, l’ingrediente in comune però è il riso. Tra i tipi più famosi ci sono: maki, temaki, uramaki, gunkan e hosomaki.

Grazie al marchio TEXOLIQ la preparazione del sushi è diventata alla portata di tutti.

Cucina giapponese tofu

Cos’è il Tofu nella cucina giapponese?

Si tratta di semplice latte di soia coagulato che, proprio come un formaggio, arriva ad assumere una forma di tipo solido. Questo alimento è ricco di proteine, grassi insaturi e ha un basso contenuto energetico, queste caratteristiche gli hanno permesso di ritagliarsi la fama di cibo salutare in Occidente. Anche in Giappone lo consumano tutti al punto da far parte della normale dieta di tutti i giorni. Può assumere davvero molte forme diverse, ma anche diversi tipi di cottura al punto di trovarlo fritto o di accompagnamento nelle numerose zuppe.

cucina giapponese tofu

Cucina giapponese tempura

Un piatto della cucina giapponese per gli amanti del fritto è la tempura, una frittura giapponese leggera e allo stesso tempo croccante. Al contrario della frittura occidentale, la pastella è leggera a base di farina di riso e tende a imbeversi meno di olio risultando molto più leggera e incidendo di meno sul sapore finale della pietanza. La scelta tipica degli alimenti per preparare una buona tempura sono i molluschi e le verdur. Solitamente si serve da sola o in alcuni casi in accompagnamento a un piatto di soba.

cucina giapponese tempura

Cucina giapponese zuppa di miso

La zuppa di miso giapponese (detta misoshiru) è una zuppa tradizionale della cucina giapponese composta sostanzialmente da brodo preparato con il dashi e pasta di miso. In Giappone le zuppe sono consumate quasi a ogni pasto a volte proprio come piccolo digestivo.

Questo piatto prende il nome dal suo ingrediente principale, il miso, una pasta di soia fermentata che ha diversi utilizzi in cucina, soprattutto nella cucina moderna giapponese, dove si usa spesso per marinare o gratinare gli alimenti.

Alla base c’è il dashi. Nel brodo si dissolve la pasta di miso per avere la zuppa, a cui si possono aggiungere cubetti di tofu ed altre varietà di alga.

Secondo la tradizione, le per dimostrare il proprio gradimento le zuppe dovrebbero essere risucchiate dalla tazza in modo rumoroso.

cucina giapponese zuppa di miso

Cucina giapponese wonton soup

Nella cucina giapponese la wonton soup è una zuppa composta da brodo e da ravioli ripieni.

Nella preparazione della wonton soup si utilizzana: il mirin (sakè), l’alga wakame (molto diffusa nella cucina giapponese ricca di calcio, vitamina B e C, magnesio e anche ferro), la soia oppure lo zenzero che sta diventando molto famoso anche nelle cucine occidentali. Questa zuppa è leggera ed allo stesso tempo molto gustosa, ottima per riscaldarsi nelle fredde giornate d’inverno. Questa particolare zuppa è un piatto sano che da un tocco di autenticità e fantasia alla cena a giapponese. Tutti gli ingredienti sono reperibili nei negozi etnici, specializzati in cucina nipponica.

cucina giapponese wonton soup

Cucina giapponese ramen

Uno dei piatti giapponesi più famosi in Occidente, il ramen si conferma anche uno dei più amati insieme al sushi. Il ramen, originario della Cina, è una zuppa a base di spaghetti o tagliatelle di frumento accompagnate da pesce o carne. Originariamente il nome di “ramen” fu chiamato “Nankin soba” per differenziare tra il soba cinese e quello giapponese, e con il tempo cambiò in “Shina soba” (entrambi i nomi significano Cina). Successivamente però, hanno cominciato a chiamarlo comunemente “Chūka soba”. Nel 1958 poi, in Giappone, è nato il primo Instant ramen tipico della cucina giapponese, “nissin chicken ramen”, e d’allora si è diffuso chiamarlo “ramen”, diventando un’icona culturale giapponese studiata ed apprezzata in tutto il mondo.

Nella cucina giapponese il ramen è stato oggetto di diverse variazioni in base alla regione e questo ha portato sensibilità e gusti diversi alle diverse latitudini presenti in Giappone. Quindi, ogni località del Giappone ha la propria variante di ramen. Questo piatto è un cibo che sazia gli stomaci più capienti ed è economico, il che lo rende molto popolare in tutto l’Oriente. Il brodo è generalmente salato (in alcuni casi molto salato) e i condimenti previsti sono soia, miso e guarnizioni come maiale affettato, alghe marine secche, naruto, kamaboko, cipolla verde e, a volte, mais. In Giappone è talmente popolare da avere diversi musei dedicati alla sua storia popolare.

cucina giapponese ramen

Cucina giapponese udon

Gli udon sono quanto di più simile ci sia nella cucina giapponese alla pasta di grano. Sono spaghetti molto spessi e gommosi serviti per lo più in brodo ben caldo, per questo motivo è percepito più come un piatto invernale che estivo. Alcune versioni di questo piatto nipponico come il kitsune udon (udon di volpe) contiene tofu fritto, mentre il tempura udon è ricoperto di tempura appena fritta (funghi, gamberi e/o altro). Però la tempura messa sopra gli udon in brodo, ovviamente, non mantengono la croccantezza e spesso deludono i palati dei commensali, motivo per cui non è spesso utilizzata nei ristoranti giapponesi. Quindi, bisogna effettuare qualche tentativo prima di apprezzare a pieno questa accoppiata culilnaria giapponese.

cucina giapponese udon

Cucina giapponese onigiri

Gli onigiri sono forse il cibo giapponese più iconico. Arrivato in Occidente attraverso la rappresentazione in manga e anime l’onigiri è davvero lo snack più comune e semplice da preparare in assoluto. Si tratta di appallottolare del riso bianco intorno a un ingrediente particolare che definirà il gusto e la particolarità dell’onigiri. Gli onigiri più comuni sono alla prugna salata, al salmone cotto, al mentaiko o tonno e maionese, non mancano le versioni vegetariane e tra queste la più famosa è quella a base di prugne umeboshi. La palla di riso dalla forma triangolare è avvolta in una gustosa foglia d’alga secca per facilitare l’uso delle mani per consumarlo in puro stile street food, infatti sono popolari tra le strade delle città del Sol Levante. Gli onigiri si possono anche grigliare sulla fiamma, in quel caso prendono il nome di yakionigiri.

cucina giapponese onigiri

Cucina giapponese gyoza

Tra i più famosi piatti tipici della cucina giapponese i gyoza sono ravioli (di origine cinese proprio come il ramen) cotti al vapore oppure sulla piastra, generalmente ripieni di verdure o di carne macinata o pesce. Normalmente si trovano serviti come contorno nei ristoranti di ramen (vanno ordinati in aggiunta) e sono ripieni di carne di maiale o pollo o gamberi. Si fanno cuocere sulla piastra da un solo lato in modo che si formi una leggera e croccante crosticina. Sul tavolo è sempre presente la salsa sujouyu (una speciale salsa fatta di soia e aceto) che si accompagna al piatto.

cucina giapponese gyoza

Cucina giapponese soba

Pensando a uno dei piatti tipici della cucina giapponese non si può non menzionare la soba. Questi spaghetti di grano saraceno (non sempre al 100%, quindi bisogna prestare molta attenzione da parte dei consumatori celiaci) sono largamente consumati nel Paese del Sol Levante specialmente nei ristoranti soba-ya tradizionali (ristoranti di soba). Il colore più scuro e il sapore molto deciso di questo piatto giapponese lo rende perfetto per accompagnarsi a salse dal gusto più intenso, con la presenza di cipollotto e anche wasabi. La soba si può consumare in un brodo caldo o addirittura fredda a parte. Quando è servita fredda viene inzuppata in un saporito brodo (anch’esso freddo) e poi mangiata. Ideale quindi sia nella stagione invernale e sia nella stagione estiva.

cucina giapponese soba

Cucina giapponese curry rice

Il riso al curry giapponese è piuttosto diverso da quelli etnici asiatici nonostante si giunto in Giappone dall’Inghilterra ne periodo dell’era Meiji. Per prima cosa non è per nulla piccante e in secondo luogo ha un gusto molto più dolce e una consistenza più densa del solito. Viene spesso preparato con dei pezzi di carne (come maiale, manzo e pollo) e/o verdure (come carote, cipolle) oppure anche con delle semplici patate dolci. Il curry giapponese è molto popolare come piatto, solitamente è servito in tre varianti: con riso, udon oppure karē-pan (curry-pan ossia pane al curry) che è una specie di panino fritto. Esiste inoltre una variante con l’aggiunta del tonkatsu (cotoletta di maiale) chiamata katsu-kare. Viene servito nel piatto con il riso bianco con una divisione perfettamente a metà come da tradizione.

cucina giapponese curry rice

Cucina giapponese yakisoba

Yakisoba è uno dei più comuni piatti giapponesi di street food. Spaghetti di grano saraceno con zenzero, verdure e carne o pesce, da saltare in padella o nel wok. Gli spaghetti di soba vengono infatti cotti spesso su una piastra calda e conditi con una varietà di ingredienti dal sapore assai deciso. Tipicamente si ordina ai banchetti durante i matsuri estivi e non è possibile scegliere tra diverse tipologie di gusti. Zenzero e alghe grattugiate completano la preparazione finale.

cucina giapponese yakisoba

Cucina giapponese sashimi

Il sashimi è composto da sottili fettine di pesce o carne cruda tagliate con un metodo ben preciso e serviti con una salsa di accompagnamento (generalmente salsa di soia) ravanello e zenzero. Al contrario del sushi il pesce è solamente pesce crudo senza il riso. Si consiglia di scegliere bene il filetto di pesce per preparare il sashimi dalla propria pescheria di fiducia e utilizzare il kit sushi TEXOLIQ dove è presente il coltello ideale per tagli di sashimi.

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Cucina giapponese yakitori

Affermare che gli yakitori (letteralmente significa “pollo alla piastra”) sono degli spiedini di carne è corretto ma può non rendere l’idea del livello di accuratezza che questo piatto giapponese della cucina giapponese ha raggiunto. Questo piatto fa parte della tradizione popolare giapponese. Le origini degli yakitori sono antiche, ma è solo durante il periodo della Restaurazione Meiji e il sopraggiungere delle usanze dai paesi europei che diventano un piatto diffusissimo: prima, infatti, il popolo giapponese era molto legato alle credenze buddiste e mangiare carne era inibito. All’epoca, venivano venduti negli yatai, piccole bancarelle mobili su due ruote collocate sui ponti o lungo le vie per i santuari durante le festività popolari, dove era più facile trovare persone alla ricerca di uno spuntino facile e veloce.

Gli yakitori sono spiedini preparati al momento e cotti sui carboni ardenti. Di solito sono di pollo e derivati (non si butta via nulla del pollo in un ristorante di yakitori giapponese) e quasi sempre vi verrà chiesto se si preferiscono con il sale o conditi con la solita salsa di soia. La carne è spesso marinata per renderla più tenera al palato e le verdure che accompagnano sono molto spesso funghi, cipollotti e peperoni. Ci sono diversi tipi più o meno popolari tra gli yakitori e i più richiesti sono sicuramente gli spiedini di carne di pollo macinata (tsukune), la coscia (momo) e la pelle (kawa). Gli yakitori sono apprezzati sia per il sapore che per la praticità nel mangiarli per le strade, senza l’uso delle bacchette giapponesi.

cucina giapponese yakitori

Cucina giapponese natto

Il natto è forse il piatto più ostico per chi non ha origine asiatica. Anche in Giappone non è amato da tutti ma le percentuali degli estimatori si riducono sensibilmente tra gli occidentali. Il natto è un piatto che si ricava dalla fermentazione dei fagioli di soia. Non tutti sanno che i batteri utilizzati per la fermentazione sono gli stessi che produciamo naturalmente nel nostro tratto gastrointestinale. Quello che impressiona di più non è però la descrizione del processo di fermentazione quanto la consistenza viscida e l’odore molto forte e l’aspetto filamentoso. Di solito si mangia senza accompagnamento, ma si può mescolarlo: nel riso bianco, nella salsa di soia, nella senape o nell’erba cipollina.

cucina giapponese natto

Cucina giapponese oden

L’oden è un piatto giapponese tipicamente delle stagioni fredde. L’oden è molto simile a una zuppa calda e viene preparato con un assortimento di verdure e carni tra cui rapa, tonno, tofu, alghe di kombu, crocchette di pesce, riso mochi, ganmodoki, konnyaku, uova sode e daikon. Il tutto viene stufato in un brodo leggero condito con dashi e salsa di soia in una grande pentola calda e infine posta al centro di un tavolo. I commensali possono quindi estrarre i loro pezzi preferiti e condirli con le salse presenti al tavolo. Oltre ad essere un abbondante pasto, la pentola bollente serve anche a riscaldare l’ambiente nelle sere fredde. Durante i mesi più freddi dell’anno lo si può osservare in cottura lenta vicino alla cassa dei konbini.

cucina giapponese oden

Cucina giapponese tamagoyaki

Il tamagoyaki non è la tradizionale frittata giapponese ottenuta dalla cottura di diversi strati di uovo sbattuto e infine arrotolati. Si può mangiare appena cotto o servito come contorno di altri piatti del menù. Può essere preparato nella versione salata o nella versione dolce a seconda dell’uso di salsa di soia e/o zucchero. Non tutti sanno che tra i pezzi di sushi quello con la frittata viene solitamente consumato per ultimo. Non essendoci dessert nei ristoranti tradizionali di sushi questo pezzo nella versione dolce ne fa da dessert.

cucina giapponese tamagoyaki

Cucina giapponese donburi

Donburi in giapponese significa letteralmente “grande ciotola” e il nome contraddistingue tutta una serie di piatti diversi che si possono mangiare in ristoranti popolari della cucina giapponese. La ciotola donburi è normalmente riempita di riso e ricoperta di ulteriori ingredienti. Gli ingredienti più diffusi nel donburi sono la carne, il pesce e diverse verdure cotte a vapore. Il ten-don è tempura servita sopra un letto di riso, il gyu-don include carne di manzo, il e tonkatsu include cotoletta di maiale e l’oyako-don è caratterizzato dalla presenza pollo e uovo. Ideale per una pausa pranzo veloce ad un prezzo economico.

cucina giapponese donburi

Cucina giapponese sukiyaki

Il principio è simile a quello dell’oden: una pentola in centro tavola nella quale tutti i commensali mettono a cuocere delle tenere fettine di carne (soprattutto manzo e maiale). Il brodo del sukiyaki viene preparato in precedenza con sake, mirin e salsa di soia e al suo interno vengono fatte bollire verdure tra le quali la verza del tofu, ito konnyaku, il porro, il cavolo di Pechino, i Shiitake (funghi giapponesi), il cipollotto e spaghetti di konjak. La carne viene cotta a piacere nella pentola e poi intinta in diverse salse a piacere nonostante la più comune sia a base di salsa di soia e uovo crudo sbattuto.

cucina giapponese sukiyaki

Cucina giapponese tonkatsu

Come molti possono credere, il tonkatsu non è una semplice fettina di maiale fritta. Sebbene ricordi la cotoletta questo piatto della cucina giapponese ha delle peculiarità specifiche che lo rendono un pilastro della cucina giapponese tradizionale. Per prima cosa bisogna notare che nel Paese del Sol Levante esistono dei ristoranti specifici di tonkatsu. Questi ristoranti non hanno niente altro sul loro menù. Solitamente è possibile scegliere il taglio della carne (filetto, sottofiletto o lonza), la qualità e i contorni. La frittura è molto leggera e croccante mentre la salsa che accompagna la cotoletta fritta è simile a una densa e gustosa worcestershire. Storicamente il tonkatsu viene servito accompagnato da un’insalata di cavolo cappuccio tagliato finemente; il cavolo cappuccio viene condito da una salsa a base di sesamo, zuppa di miso e riso. La variante con il tonkatsu sopra una ciotola di riso prende il nome di Katsudon.

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Cucina giapponese nikuman

Il nikuman (anche chiamato Baozi nella versione cinese) è un tipico spuntino giapponese, che si trova frequentemente in banchi di street food per le strade del Giappone e nei negozi specializzati diffusissimi nel Paese nipponico. Si prepara impastando acqua farina e altri ingredienti ottenendo quindi un sacchetto di pane cotto al vapore, ripieno di carne di maiale ed aromatizzato in diverse versioni, tra cui curry e nelle versioni più internazionali anche pizza. Ultimamente è saltato fuori anche in Occidente in negozi di alimentari specializzati in prodotti cinesi e giapponesi.

cucina giapponese nikuman

Cucina giapponese ganmodoki

Il ganmodoki è un piatto tipico della cucina giapponese, consiste in un tofu fritto a base di verdure, uova e semi di sesamo bianchi. Molto spesso vengono consumati anche in brodo e spesso in un oden. Come accade di solito per la cucina giapponese il nome cambia a seconda del luogo o della regione. Ad esempio, nella regione del Kansai lo stesso piatto prende il nome di hiryouzu.

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Cucina giapponese kaisen-don

Il kaisen-don è un piatto fresco con frutti di mare serviti sopra del riso bianco ben caldo. A differenza del chirashi sushi, che è molto simile in apparenza, il kaisen-don non viene assolutamente servito con aceto di riso sushi.

cucina giapponese kaisen - don

Cucina giapponese unagi

Unagi è il nome comune dato in Giappone all’anguilla di acqua dolce. L’anguilla è un pesce piuttosto grasso per cui la tecnica di cottura principale è la griglia. Questo piatto giapponese è considerato un lusso e non sono pochi i ristoranti giapponesi di unagi a proporre menù a cifre tra i 50€ e i 100€, o anche superiori. L’anguilla viene servita con una salsa di soia zuccherata, motivo per il quale gli occidentali, abituati a una netta distinzione tra pasto dolce e salato, non sono particolarmente attratti da questo piatto della cucina giapponese.

cucina giapponese unagi

Cucina giapponese mentaiko

Questo ingrediente della cucina giapponese è stato importato dalla corea durante la guerra e adattato ai gusti nazionali. Si tratta di uova di merluzzo speziate e marinate nel peperoncino, sake, succo di yuzu e alga konbu. Si consuma prevalentemente come condimento di insalate e antipasti vari o all’interno degli onigiri. Un utilizzo molto ben riuscito è la creazione di un sugo per la pasta dal sapore simile alla pasta con panna e caviale.

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Cucina giapponese nikujaga

Letteralmente nikujaga significa “carne e patate” ed è uno dei piatti giapponesi importati durante la rivoluzione Meiji in un impeto di occidentalizzazione e modernizzazione del Paese del Sol Levante. Questo piatto viene associato da ogni giapponese al sapore di casa in quanto è un tipico pasto preparato in casa. Il nikujaga è altamente personalizzabile ma l’ingrediente che è sempre presente in questo stufato è la soia con zucchero, oltre alla carne di manzo, alle patate, alle cipolle e ai fagioli. Spaghetti di konjac e carote completano questa tipica ricetta, che solitamente viene preparata nelle stagioni più fredde.

cucina giapponese nikujaga

Cucina giapponese kaiseki

La cucina giapponese kaiseki non è un un piatto giapponese, ma una tipologia di pasto di livello eccelso. Si può affermare che si tratti dell’equivalente dell’altissima cucina giapponese. Una cena completa può coinvolgere più o meno una dozzina o anche più piatti diversi realizzati con prodotti freschi, stagionali e locali, ognuno preparato in porzioni molto piccole in modo tale da migliorare il sapore naturale del prodotto stesso. Questo tipo di cucina può essere normalmente consumato nelle famose ryokan (locande giapponesi) o in ristoranti specializzati.

cucina giapponese kaiseki

Cucina giapponese okonomiyaki

Uno dei piatti popolari e più amati nella regione del Kansai viene definito da alcuni occidentali come la “pizza giapponese”. La similitudine stona particolarmente per la patria dove la pizza è stata inventata (cioè l’Italia). Infatti, a parte la forma infatti non c’è nulla che ricordi la vera pizza italiana. Assomiglia molto a una frittella di farina, uova e diverse altre tipologie di ingredienti cotti su una piastra molto calda e condita con maionese. Gli ingredienti utilizzabili nella preparazione dell’okonomiyaki sono davvero tanti a seconda dei gusti dei consumatori finali. Infatti, l’okonomiyaki può essere condito con ciò che si vuole, tanto che si usa cucinare questo piatto direttamente al tavolo.

Il termine okonomiyaki significa letteralmente “ciò che vuoi (okonomi) alla piastra (yaki)”. Si possono trovare dei ristoranti specializzati dove è lo stesso cliente finale che si prepara sul proprio tavolo, munito di piastra, l’okonomiyaki che più preferisce. Sono famosi sia quello allo stile di Hiroshima sia quello allo stile Kansai per cui esistono centinaia di ristoranti dedicati a questo piatto.

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Cucina giapponese chawanmushi

Si può essere d’accordo sul fatto che il nome chawanmushi suona piuttosto divertente all’orecchio ma è la semplice unione di chawan (tazza da tè) e mushi (cottura al vapore). Il chawanmushi è come un budino salato realizzato con uovo e ingredienti diversi come, ad esempio, funghi o gamberi. È il tipico antipasto da consumare in una tazzina, molto popolare soprattutto nella cucina kaiseki.

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Cucina giapponese edamame

Mentre gli occidentali amano concedersi aperitivi con una birra accompagnata da arachidi e patatine, i clienti degli izakaya giapponesi consumano edamame appena preparati. Questi sono fagioli di soia non ancora maturi, raccolti prima dell’indurimento dei fagioli. Normalmente vengono serviti nello stesso baccello dopo essere stati sbollentati e salati al punto giusto. Vengono cosparsi di un leggero strato di sale e mangiati prima del pasto vero e proprio.

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Cucina giapponese shabu shabu

Lo shabu shabu è un piatto molto caldo in cui si mettono tutti gli ingredienti nel brodo bollente. È preparato utilizzando il katsuobushi, le scaglie di tonno essiccato, o kombu, insieme all’acqua.

Nella maggior parte dei ristoranti specializzati in shabu shabu, è possibile scegliere tra almeno due brodi da una varietà di opzioni nel menù. In altri ristoranti, il piatto è diviso a metà in modo da poter provare due gusti contemporaneamente. Una volta che la carne arriva al tavolo si possono utilizzare le bacchette giapponesi per prendere una fetta e immergerla nel brodo bollente a scelta.

Infine, dopo un breve “swish swish” (da cui prende il nome lo shabu shabu), la carne è pronta.

cucina giapponese shabu shabu

Cucina giapponese takoyaki

Tradizionali ad Osaka e in tutto il Kansai, i takoyaki si possono trovare davvero dappertutto. Sono un piatto tipicamente da strada ma si possono ordinare anche negli izakaya tipici. Si tratta di una pastella di farina, lievito, dashi e uovo nella quale viene inserita una piccola fetta di polipo (infatti il termine takoyaki significa proprio polipo grigliato). La forma del takoyaki è sferica ed è necessaria una forma apposita per la cottura di questo piatto giapponese. Normalmente si servono tra le sei e le dieci palline di takoyaki ricoperte di katsuobushi (tonno essiccato), otafuku (salsa per takoyaki), maionese e aonori (alghe grattugiate). Oltre alla ricetta tipica, vi sono altre varianti, specialmente per quanto riguarda la guarnitura finale del piatto.

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Cucina giapponese yakiniku

Questo piatto di origine coreana si mangia quasi esclusivamente al ristorante dove ogni tavolo è sormontato da una potente cappa di aspirazione. Infatti, nel ristorante specializzato il cliente si cucina in autonomia i propri ingredienti. Su una griglia metallica scaldata a gas viene cotta carne marinata in aglio, salsa di soia, mela, gochujang e mirin. La carne varia tantissimo dalla più pregiata (come il wagyu) alle interiora di pollo. A dipendere dal livello del ristorante possono essere proposti diversi tagli. In Giappone è molto popolare uscire a mangiare yakiniku tra gruppi di amici oppure tra parenti.

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Cucina giapponese dorayaki

Si tratta di due pancake posti uno sopra l’altro con un ripieno di crema ai fagioli azuki. Questo piatto è diventato conosciuto grazie ai cartoni animati nipponici. Questi dolcetti giapponesi sono legati a una leggenda. Innanzitutto, dora in giapponese significa gong, e quindi il nome è dato dalla forma che ricorda appunto lo strumento musicale utilizzato negli antichi templi giapponesi. Fatta questa doverosa premessa, la leggenda vuole che il samurai Benkei avesse dimenticato il suo gong a casa di un umile contadino presso il quale si nascondeva: il contadino, non sapendo che farne, lo utilizzò per preparare il primo dorayaki della storia.

cucina giapponese dorayaki

Cucina giapponese mochi

Il mochi è un cibo della cucina giapponese composto da riso glutinoso trasformato in una pasta morbida e appiccicosa solitamente consumato con marmellate di azuki.

Nella tradizione giapponese, ci sono vari tipi di mochi che vengono mangiati in diverse festività, come per esempio l’ozōni, che viene consumato particolarmente nella festività del Capodanno. Esistono vari tipi di mochi come il Sakura mochi, il Kashiwa mochi, il Warabi mochi, il Kusa mochi e molti altri ancora.

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Cucina giapponese taiyaki

I taiyaki sono dei dolci a forma di pesce ripieni di crema azuki. Taiyaki significa letteralmente “orata alla piastra”, ma in realtà non si tratta di una proteina bensì di un dolce buonissimo con la forma di un’orata. La pasta è molto simile a quella del classico pancake americano o a quella del waffle e ha come ripieno la marmellata di fagioli dolci (azuki), anche se ultimamente si possono trovare altri ripieni come cioccolata, crema pasticcera o altri gusti in base alle preparazioni scelte dal pastry chef.

Questo piatto è nato in giappone nel 1909 circa e veniva mangiato soprattutto nei matsuri, ma oggi si può trovare in qualsiasi negozio alimentare giapponese. Negli anni 1975-76 fu protagonista di una famosissima canzone intitolata “Oyoge! Taiyaki-ku!” (tradotto, nuota taiyakikun!) scritta per un programma televisivo per bambini e che all’epoca vendette moltissime copie di dischi.

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Cucina giapponese wagashi

Il modo più autentico della tradizione nipponica per concludere un pasto giapponese o una semplice cerimonia del tè è con i dolci wagashi. I wagashi sono dolci tradizionali della cucina giapponese, inventati durante il periodo Edo e influenzati da ingredienti e sapori prevalenti e diffusi a quel tempo. La maggior parte dei wagashi sono preparati utilizzando solo pochi ingredienti, tra cui: mochi, pasta di anko (fagioli rossi), castagne, kanten (un addensante vegetariano simile alla gelatina) e zucchero. I wagashi più diffusi in assoluto includono il dango (che sono palline di mochi dolci su bastoncini infilzati e grigliati), daifuku (che è riso mochi ripieno di anko) e dorayaki (che è anko inserito tra due grosse frittelle).

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Cucina giapponese konpeito

I konpeito sono delle caramelle colorate giapponesi. Il loro nome deriva da “confeito” che significa, appunto, confetto. La raffinazione dello zucchero non esisteva ancora in Giappone, così furono i missionari a portare queste dolcezze alla luce di tutti. I konpeito sono caramelline che possono avere dimensioni comprese tra i cinque e i dieci centimetri. La sua forma così strana dipende dal suo particolare processo di cottura. Oggi in Giappone, vengono preparate a mano, con un lungo processo di circa otto/dodici giorni. Il processo di preparazione comprende di lasciare colare l’acqua zuccherata in una vasca rotante, che prende il nome di “dora”.

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Cucina giapponese melon pan

Uno dei dolci giapponesi più amato dagli occidentali, probabilmente perché ricorda in qualche modo una brioche (più conosciuta e apprezzata in Occidente). Il melon pan non ha davvero il gusto di melone e prende il nome dalla forma che ricorda vagamente il melone retato. Questo dolce orientale è leggero e morbido all’interno con una crosta leggermente più croccante. Ottimo da assaggiare appena sfornato in un negozio tipico di Asakusa.

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Cucina giapponese daigakuimo

Il daigakuimo è un dolce tipico della cucina giapponese a base di patate dolci caramellate e decorate da semi neri. Il termine daigakuimo tradotto letteralmente “patate università”, sono dei dolci molto conosciuti e diffusi in tutto il Giappone sui banconi delle rosticcerie e sulle bancarelle fuori dai templi nei giorni di festività. Il loro nome è dovuto al fatto di essere molto popolari tra gli studenti dell’Università. Infatti, si tratta di una ricetta davvero povera, alla portata delle tasche anche dei così detti “ronin”, giovani ragazzi che vivono qualche anno di stento tentando e ritentando i difficilissimi esami di ammissione alle Università giapponesi, con solo l’introito di qualche lavoretto a tempo determinato o stagionale.

cucina giapponese daigakuimo

Cucina giapponese kasutera

Si chiama kasutera il famoso e semplice dolce fatto con uova, zucchero, farina e sciroppo di amido (mizuame). Il suo nome deriva dalla lingua portoghese “Pão de Castella”, cioè “Pan di Castiglia”. Essendo un dolce che poteva essere conservato per un lungo periodo di tempo, era apprezzato da chi andava in viaggio per lunghi periodi. Nel periodo Edo era molto costoso a causa dell’elevato costo dello zucchero. Ai giorni nostri vengono aggiunti nuovi ingredienti come il tè verde in polvere e il miele ed è una specialità della città di Nagasaki.

cucina giapponese kasutera

Cucina giapponese bevande

Tra le bevande alcoliche della cucina giapponese più diffuse in assoluto vi sono: il sakè, il mirin, lo shōchū, l’umeshu e il chuhai. Particolarmente apprezzata nel Paese del Sol Levante è la birra, prodotta in qualità eccellente; però data l’alta tassazione a cui è sottoposta, ha prezzi alti e sono in commercio surrogati più economici come quella a basso contenuto alcolico (chiamata hoppy) e quella a basso contenuto di malto (chiamata happoshu). Tutte le pietanze accompagnate con bibite alcoliche prendono il nome di sakana. La bevanda nazionale per eccellenza è il tè, di cui ne esistono molteplici tipologie. Proprio dal simbolo che ha il tè in Giappone, è tenuta in grandissima considerazione la tradizionale cerimonia Cha no yu (cerimonia del tè).

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